Le parole del presidente della Fed di St. Louis assumono una certa importanza nel tentantivo dei mercati di capire quale percorso seguiranno le banche centrali da qui ad un anno e se le loro decisioni raffredderanno davvero i prezzi o causeranno solo un rallentamento dell'economia globale. James Bullard è infatti uno storico falco all'interno del Consiglio della Banca centrale Usa, dunque una sua presa di posizione su una politica monetaria "più ordinaria" il prossimo anno potrebbe ancora di più convinvere i mercati su questo scenario.
D'altronde l'inflazione statunitense, seppur alta, continua gradualmente a scendere dal picco del 9,1% di giugno. Dal canto loro i tassi molto alti hanno creato instabilità nel settore immobiliare dove il tasso sui mutui ha raggiunto i massimi dal 2022 con il tasso fisso a 30 anni che è salito al 6,94% rispetto al 6,8% delle settimane precedenti. Contestualmente alcuni dati macroeconomici hanno evidenziato che le domande di mutui sono diminuite per il quarto mese consecutivo, scendendo al livello più basso dalla fine degli anni '90. Il dato ha di conseguenza spinto i rendimenti T-bond, con il decennale che è salito al massimo degli ultimi 14 anni al 4,1%, un livello comunque più basso delle scadenze a due e tre anni che restano in rialzo al 4,6%.